CORO DI BOSA

Il coro giunge dalla Sardegna, da Bosa, cittadina di mare dalle case multicolori e dalle pietre antiche che lastricano le sue piazze. I coristi cantano in cerchio com’è tradizione nell’isola. I loro canti sono monodie o polifonie, spesso a cappella e ricordano i canti gregoriani. Grazie a questo coro, la tradizione si è mantenuta a Bosa e si è anche ringiovanita per offrire uno spettacolo emozionante.

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La Sardegna, in quanto isola, ha saputo conservare una grande ricchezza nella sua musica trasmessa oralmente per riproporsi ieri ed oggigiorno, nell’era della mondializzazione, in numerose comunità sarde.

Il contesto economico degli ultimi cinquant’anni ed il potere crescente dei mass media hanno modificato il modo di cantare questi repertori, ma essi permangono fortemente impregnati di cultura viva e condivisa tra le diverse comunità.

Non possiamo non ricordare la Settimana santa lungo la quale i riti della Passione sono riproposti: la morte e la resurrezione di Cristo, la processione delle statue dei Santi, la crocifissione, la Deposizione e l’Apparizione che sono interpretati in drammi liturgici in numerosi villaggi dell’isola e molto seguiti dall’intera comunità.

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I Gosos sono dei cantici scritti di influenza ispanica pubblicati su fogli volanti su cui appare l’icona della Vergine o di un Santo patrono. L’etimologia del termine ci viene dal latino: gaudium, la gioia. Queste composizioni poetiche e religiose in onore della Vergine e dei Santi e cantate con lo stile dei trovatori, hanno fatto la loro comparsa nel XIII secolo.

Sono tutti canti che provengono dalla tradizione orale della Sardegna. Secondo Pietro Sassu (etnomusicologo sardo nato nel 1939), la voce è una delle espressioni più originali della musica sarda grazie alla sua ricchezza e varietà di stili. Cantare a più voci è una pratica molto diffusa nell’isola. Ignazio Macchiarella, etnomusicologo all’università di Cagliari afferma che sia l’unico modo per cantare a cappella (escludendo alcune forme monodiche usate in certe occasioni) al fine di celebrare i riti delle feste.

Il canto polifonico sardo ha una base di coro pieno come melodia iniziale arricchito da terze parallele che ricordano il falso-bordone dei canti gregoriani. Quest’ultimo è una tecnica di armonizzazione trascritta in una delle prime notazioni musicali inventata negli ultimi decenni del XV secolo, periodo di rinnovamento spirituale seguito al Concilio di Trento (1545-1563). Queste pratiche di canto a più voci hanno alimentato la tradizione orale ben prima del XVI secolo. Il fascino e la ricchezza di questi canti risiedono nell’accordo tra la voce modale e le altre voci che si sovrappongono, sia nei canti rituali di processione che in quelli di osteria. Ogni villaggio della Sardegna ha un repertorio proprio fatto di canti specifici come Cuncorducunsonu, taja, cuntzertu, chidasantinu, cuntrattu, tragiu, ecc. Nella stessa Bosa c’è un vasto repertorio polifonico che va sotto il nome di a tragiu.

Nel 2000, un gruppo che cantava ancora a tragiu si è costituito nell’ Associazione culturale coro di Bosa avente come scopo prioritario la conservazione, la diffusione e la trasmissione di questa tradizione orale del canto. Così facendo, malgrado le trasformazioni culturali di questi ultimi decenni nella cittadina, il canto a tragiu è stato salvaguardato. I fondatori dell’associazione, appartenenti a tre generazioni di cantori, avevano appreso il canto a tragiu tramite percorsi diversi frequentando i luoghi in cui tale canto era ancora praticato : le osterie e le feste. Dei corsi di canto sono stati organizzati dall’UNLA (Centro per la cultura popolare) ed oggi il coro di Bosa è un punto di riferimento importante per tutta la popolazione della regione. La sede del coro è in centro, nella città vecchia, in una stanza a volta, accogliente ed aperta a tutti quelli che amano cantare e a quelli che vogliono imparare il canto a tragiu. L’insegnamento, come lo fu nella storia, è basato sull’ascolto dei cantori più esperti.

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In questo video, girato nella sede, un giovane è attorniato dai più anziani.

Lungo questi anni, il coro ha pubblicato dei CD, ha organizzato eventi culturali imperniati sulla tradizione orale sarda, ha partecipato a conferenze e a concerti e, soprattutto, ha favorito questa pratica nelal comunità. Spesso il coro è chiamato ad animare matrimoni, funerali e feste, ma lo si può ascoltare soprattutto durante la Settimana Santa con canti eseguiti da decenni da questo coro che, a differenza di altri in Sardegna, non appartiene ad alcuna confraternita religiosa.

Attualmente ci sono 8 cantori nell’associazione e 6 di essi sono venuti fino ad Habère-Poche per il Feufliâzhe.

Bassu : Mario Addis

Contra:, Luca Fadda,

Tenor: Antonio Sechi, Salvatore Leoni

Contraltu: Giovanni Carta,

Direttore artistico: Luigi Oliva

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